La luce aiuta a far emergere ricordi che sembravano sepolti per sempre: a dimostrarlo e’ un esperimento su topi nei quali erano stati prima ‘cancellati’ e poi ‘ripescati’ alcuni ricordi. Lo studio coordinato da Tomas Ryan, dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit), e pubblicato su Science dimostra per la prima volta che la memoria potrebbe essere ripristinata anche nei casi in cui, finora, si credeva perduta per sempre, ad esempio dopo traumi da incidenti o stress, o in malattie neuro-degenerative come l’Alzheimer.
Buona parte dei neurologi ha ritenuto finora che la causa della cosiddetta amnesia retrogada, la perdita di ricordi causata da traumi, stress o malattie, fosse dovuta a danni alle cellule che custodiscono i ricordi. Ma secondo il nuovo studio, il problema sarebbe invece dovuto a problemi di ‘accesso’ al ricordo, ossia un danno al percorso neurale per richiamarlo. Per capirlo i ricercatori hanno sottoposto dei topi ad alcuni esperimenti per testare il recupero della memoria. Nella prima fase all’interno del percorso fatto dai topi e’ stata inserita una stanza con del cibo ma con il pavimento estremamente freddo: molto rapidamente i topi hanno imparato ad associare il pericolo evitando cosi’ di entrare nella stanza del cibo.
I ricercatori sono poi riusciti a ‘fotografare’ il percorso neurale del ricordo (detto engram) e successivamente ad una parte dei topi e’ stata poi iniettata una molecola capace di indurre la perdita dei ricordi piu’ recenti, tanto che quei topi rientravano nella stanza fredda. Usando infine delle molecole ‘attivabili’ da un fascio di luce e inserite all’interno dei neuroni engram, i ricercatori sono riusciti a riattivare il percorso neurale dei ricordi ‘cancellati’ facendo ritornare la memoria ai topi. L’esperimento, spiegano i ricercatori, svela un meccanismo finora sconosciuto e apre concretamente alla possibilita’ anche nell’uomo di curare i casi di amnesia retrograda.